Per il biologo evoluzionista Richard Dawkins “il web è un’invenzione geniale, uno dei traguardi più alti raggiunti dalla specie umana. La sua qualità migliore è quella di non essere stato creato da un singolo genio come Tim BernersLee o Steve Wozniak o Alan Kay, né da una grande azienda come la Sony o l’Ibm, ma da una comunità anarchica composta da singoli e gruppi per lo più anonimi sparsi in tutto il mondo. Le sue dimensioni sono sovrumane. Senza contare il fatto che collega computer di dimensioni diverse, che funzionano a velocità diverse e sono stati costruiti da aziende diverse. Internet è una rete che nessuno ha mai progettato, che è cresciuta in modo organico ma casuale, secondo princìpi non solo biologici ma specificamente ecologici.”
E su questa base internet può e deve rimanere libera, facendo incontrare persone con culture diverse ma con interessi comuni; persone con mezzi e disponibilità diverse ma con lo stesso desiderio di migliorare la nostra società. E poi c’è naturalemente il rovescio della medaglia, con tutte le opportunità “negative” offerte a chi la società vuol continuare a mungerla. La lotta tra il bene e il male, con i soliti chiaroscuri, continua.
Per saperne di più è uscito oggi in edicola Internazionale, dove oltre alle opinioni di Dawkins trovate artisti, intellettuali e scienziati di tutto il mondo che provano a rispondere alla domanda: “La rete sta cambiando il nostro modo di pensare?”