Raiperunanotte, l’edizione speciale di Anno Zero contro la censura e per la libertà di informazione, ha vinto la scommessa. Non solo è riuscita a raccontare come il regime di Berlusconi ha tentato in tutti i modi, fino a riuscirci, di chiudere la trasmissione. Ma soprattutto perché ha dimostrato che si può fare informazione televisiva per il grande pubblico oltre il monopolio RaiMediaset. Milioni di persone hanno seguito la diretta su vari canali satellitari di Sky, mentre altre centinaia di migliaia attraverso lo streaming web (125.000 accessi contemporanei sul sito ufficiale, record in Italia), le radio e le tv locali, le piazze e i gruppi di ascolto organizzati un po’ in tutto il paese.
Quella della libertà di informazione è però considerata ancora una battaglia di élite. O meglio sta alla pari delle altre, come quelle per il posto di lavoro, per una sanità moderna, per combattere le mafie, per la difesa dei diritti di genere, dei migranti e comunque al pari di tutte quelle condotte da tutte le minoranze che oggi in Italia vengono colpite perché disturbano il regime e i benpensanti.
Credo invece che tutte queste sacrosante lotte avrebbero delle chanches, molte chanches in più, se sul loro orizzonte fosse condivisa la battaglia comune per la libertà di espressione. Che quando serve, ovvero sempre più spesso, va combattuta da tutte e tutti quanti insieme. E non lasciata in mano solo ai giornalisti, magari gaurdandoli di traverso. Perché il primo obiettivo del regime è non farti parlare, zingaro, omosessuale, disoccupato, malato, minore abusato, precario, donna, straniero che tu sia. (Mi sa che a metterci insieme saremmo maggioranza… 🙂
E allora viva Raiperunanotte, viva Santoro, Jacona, Gabbanelli, Venditti, Morgan, Vauro, Travaglio, Rangeri, Lerner, De Sio, Luttazzi, Monicelli (Grande Monicelli, non perdete la sua intervista) e compagnia parlante. Anche se spesso non ci sono simpatici, se a volte esagerano, se se se…