Se i giornalisti non lavorano per il governo e magari raccontano le commistioni tra politica e mafia rischiano la vita. Succede naturalmente in Italia, in quel Sud permeato dal malaffare e dalla connivenza, troppe volte omertosa, con camorra, mafia, n’drangheta, sacra corona unita. Lavorano in piccole testate locali, come in passato facevano Peppino Impastato o Mauro Rostagno, uccisi per il loro lavoro. Per raccontare la storia di quelli che oggi combattono la mafia con la tastiera del computer leggetevi “Taci infame. Vita dei cronisti dal fronte del Sud“, edito dal Saggiatore.