Rilancio dal IlPost.it.
Dopo alcuni giorni di silenzio, il responsabile di Wikileaks – Julian Assange – si è fatto vivo con una email indirizzata ai sostenitori del sito che pubblica online documenti e video riservati provenienti da varie fonti. Il Pentagono pare essere da giorni sulle tracce di Assange perché teme la pubblicazione di alcuni documenti diplomatici che potrebbero mettere a rischio la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e i rapporti con alcuni paesi esteri.
Nella lettera, Assange cerca di fare il punto della situazione, raccontando la versione di Wikileaks sull’arresto di Bradley Manning, accusato di essere una fonte di Wikileaks e di aver passato al sito il video della strage di “Collateral Murder“.
Una delle nostre presunte fonti, un giovane analista dell’intelligence statunitense, Bradley Manning, è stato preso in custodia e portato in una prigione militare del Kuwait, dove viene ora trattenuto senza processo. Manning è accusato di aver consapevolmente fornito a noi il video Collateral Murder e il video di un massacro avvenuto in Afghanistan lo scorso anno a Garani. Nel massacro di Garani, sul quale stiamo ancora lavorando, sono morte oltre 100 persone, molte delle quali erano bambini.
L’email di Assange contiene anche un accenno ai 260mila documenti diplomatici riservati che secondo il Pentagono Wikileaks avrebbe ottenuto attraverso Manning, e ripete che Wikileaks ha smentito tale circostanza.
Per potersi difendere al meglio dalle ultime accuse ed estendere la propria presenza online, nella seconda parte della mail Wikileaks lancia un appello ai sostenitori del progetto. L’idea è quella di creare tanti gruppi di “Amici di Wikileaks”, trasformando così il portale in una risorsa maggiormente distribuita e pervasiva, utile per coprire più notizie ed eventi mantenendo un buon livello di indipendenza.
L’appello si conclude con un invito a donare contributi all’iniziativa. Nel corso degli ultimi mesi i costi legali sono lievitati e inviare un team di legali in Kuwait per assistere Manning potrebbe costare molto.