Afgano, diciassettenne, per diversi anni ha viaggiato dal suo paese in cerca di fortuna, con l’obiettivo di costruirsi una vita pacifica in Europa. Dopo aver superato anche il Game della Rotta balcanica è finalmente arrivato a Trieste e si è accasciato all’ingresso della stazione ferroviaria. È lì che l’ha trovato per caso un volontario dell’associazione Linea d’Ombra. Oggi il giovane afgano è ricoverato in rianimazione, un’infezione lo stava uccidendo nell’indifferenza generale di una città che in un decennio ha raddoppiato nel giubilo generale i turisti, ma che ancora non riesce a vedere, riconoscere, la sofferenza di un singolo essere umano se non ha soldi da spendere in spritz, concerti, cene e alberghi e che getta al vento decine di milioni di euro in un’assurda ovovia che devasterà rigogliosi boschi ma che permetterà di aumentare a dismisura il numero degli spritz.
Di fronte alla stazione, in Piazza della Libertà – rinominata Piazza del Mondo – continua intanto senza sosta e nonostante temperature che toccano i 36 gradi (e nessuno spritz per sollevare l’umore), il lavorìo di Lorena Fornasir, Gian Andrea Franchi e delle volontarie e volontari di Linea d’Ombra. Anche ieri sono arrivate oltre 80 persone da nutrire, vestire, calzare, curare nelle ferite inferte dal lungo cammino e dalla violenza delle politiche migratorie dell’Unione europea, che armano, nel caso specifico, di manganelli, spranghe e ferri roventi le mani di polizie e paramilitari tra i confini di Bosnia e Croazia.
Le ultime novità sono targate sindaco Di Piazza. E’ convinto che l’aumentare degli arrivi in città sia un complotto di non si sa chi per mettere in crisi Meloni&Co e la sua parte politica. “La mia opinione è che a monte (sic) ci sia la volontà di farli arrivare in Italia per mettere in difficoltà il governo”, ha dichiarato, rivendicando più trasferimenti, non si sa dove, per alleggerire la situazione. Mentre i poteri del mondo sfidano il sindaco di Trieste lui ha deciso di recintare il monumento a Sissi, l’imperatrice d’Austria, per questioni di decoro e per non far riposare più nessuno sui gradoni di marmo. Ha deciso anche e soprattutto di innaffiare come se non ci fosse un domani il prato della piazza. Per far crescere l’erba, è la versione ufficiale, ma in verità l’effetto è quello di cacciare chi cerca riparo dalla canicola sotto gli alberi. Per fortuna il sole asciuga con maggiore efficacia di quanto gli addetti comunali siano in grado di innaffiare.
A Linea d’Ombra servono soldi adesso. Sono i soli ad accogliere chiunque arrivi in Piazza a chiedere aiuto nell’indifferenza dei triestini e delle istituzioni e il loro impegno è totalmente gratuito. Dal pomeriggio fino alla notte danno sostegno, abiti e calzature a chi ne è privo; offrono la cena e spendono centinaia di euro in farmaci e dispositivi medici; acquistano i biglietti del treno per chi deve continuare il viaggio (senza per questo essere ringraziati dal sindaco) e finanziano fototessere, marche da bollo e tutta la burocrazia necessaria per chi deve rivendicare i propri diritti in un paese che tradisce quotidianamente la Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo con le sue pratiche vessatorie.
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