Il console italiano salvò oltre 400 persone dalla repressione di Pinochet, quando chi scavalcava il muro dell’ambasciata italiana veniva accolto nel nostro Paese. Tra di essi il giovane Rodrigo Vergara della Izquierda Revolucionaria. Per rievocare quei fatti, e attualizzarli, saranno intervistati da Cristiano Lucchi e da Riccardo Michelucci.
🗓️ 29 settembre, ore 18
🧭 Centro sociale Il Pozzo, Piazza Alpi-Hrovatin 2, Le Piagge, Firenze
🫱🏼🫲🏾 Al termine un piccolo aperitivo ad offerta libera
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Fu il protagonista del salvataggio di centinaia di cilene e cileni perseguitati dal regime di Pinochet: Enrico Calamai, viceconsole italiano a Santiago del Cile, mise a punto una strategia che consentì ad oltre 400 persone di scappare nel nostro paese ed ottenere così asilo politico. Con lui, alle Piagge il 29 settembre prossimo alle 18, ci sarà anche Rodrigo Vergara, uno dei giovani militanti di sinistra che scavalcò il muro dell’ambasciata italiana e fuggi così dalla repressione. Cinquant’anni dopo da quei tragici eventi saranno intervistati da Cristiano Lucchi e da Riccardo Michelucci, giornalisti e attivisti per i diritti umani, presso il Centro sociale Il Pozzo, sede della Comunità delle Piagge, in Piazza Alpi-Hrovatin 2 a Firenze. Il titolo dell’incontro è “Quando l’Italia accoglieva i rifugiati“.
L’incontro sarà introdotto da alcuni frammenti del film Santiago Italia di Nanni Moretti e durante l’intervista saranno letti alcuni brani sugli anni della tragedia cilena. Al termine ci sarà un piccolo aperitivo utile ad offerta libera per coprire le spese dell’evento.
Enrico Calamai
Nel 1974 il giovane viceconsole Enrico Calamai viene inviato in Cile. A Santiago l’ambasciata si è riempita di oltre 400 rifugiati di origine italiana che chiedono asilo politico. Enrico li aiuta mettendo a punto una strategia che consente loro di scappare nel nostro paese. Il periodo cileno è un’esperienza fondamentale per il diplomatico romano. Sono anni difficili, c’è la Guerra fredda e la P2 sostiene le dittature sudamericane. Enrico ha dichiarato di aver sempre e solo fatto ciò che riteneva opportuno. Ha scritto i libri “Faremo l’America” e “Niente asilo politico” in cui racconta queste vicende che lo pongono di diritto tra le persone che più hanno onorato la Repubblica Italiana.
Rodrigo Vergara
Rodrigo Vergara è cresciuto nella Patagonia cilena. Studente di agraria vince le elezioni universitarie candidandosi con il Mir, il Movimento de la Izquierda Revolucionaria, organizzazione in cui il fratello è uno dei leader. L’11 settembre 1973, giorno del golpe, Rodrigo sa di dover scappare. Nascosto da un gruppo di operai inizia la fuga: Conception, Punta Arenas, arriva infine a Santiago, la capitale, dove salta il muro dell’ambasciata italiana. Salvato, gli viene concesso l’asilo politico e arriva nel modenese, trova lavoro in una cooperativa agricola, si ricongiunge con la famiglia e termina gli studi. Oggi vive a Modena e dirige una società leader internazionale nel campo delle traduzioni.