Se nelle strade di Firenze trovate chi diffonde Fuori Binario, è perché quella persona non accetta la condizione di povertà a cui è costretta. Vendendo il giornale costruisce parte del suo reddito, lavorando dignitosamente. In redazione lo chiamiamo “Reddito di sussistenza”, può raggiungere due o trecento euro al mese e restituisce un po’ di rispetto ai senza dimora che si rifiutano di trovare scorciatoie per campare.
I nostri venditori sono parte dei 5,6 milioni di persone in povertà assoluta certificate dall’Istat mercoledì scorso. 357mila persone in più rispetto al 2021, quando c’era ancora il Reddito di cittadinanza. Il dato più drammatico è l’aumento della povertà tra gli anziani, negli ultimi anni vero pilastro del welfare familiare.
Il contesto toscano è altrettanto serio: l’8% delle famiglie dichiara un reddito netto mensile inferiore a 600 euro, il 10% a meno di 800, il 25% a meno di 1.200 (fonte: Irpet). Il Rapporto appena uscito sulla condizione abitativa in Toscana segnala l’aumento del 200% delle richieste di sfratto per morosità e del 163% delle esecuzioni di sfratto. Il governo però non rifinanzierà il Fondo per la morosità inconsapevole (22.138 domande nel 2022, +9,7% sul 2021). La Caritas fiorentina ha cucinato lo scorso anno ben 466.218 pasti, un numero più alto dei residenti in città. In un solo anno l’Help center di Ferrovie a Santa Maria Novella ha visto incrementare del 35% gli accessi di richiesta di aiuto (da 1.300 a 1.761). La Legge finanziaria in discussione prevede, inoltre, altri 600 milioni di tagli ai Comuni.
Si diventa poveri perché si definanzia lo stato sociale, perché si indeboliscono le reti parentali e comunitarie, perché affittare una casa costa troppo (il caso Firenze è eclatante), perché lavorare spesso non basta, tanto che il 14,7% dei poveri è costituito da famiglie operaie, dove precariato, sfruttamento e caporalato sono sempre più diffusi. Si diventa poveri perché l’inflazione colpisce chi ha meno (con punte del 18,6% per le famiglie più povere nella distribuzione della spesa per consumi).
Come prevenire e contrastare la povertà? Con più welfare evidentemente, ovvero con una migliore redistribuzione fiscale. A Fuori Binario ci proviamo anche culturalmente, superando la retorica del “merito” – perché la povertà non è una colpa ma una condizione – e ribaltando il concetto di “sicurezza”, affinché torni ad essere quella “sociale” e non quella “percepita”. La ricerca di giustizia sociale è l’unica strada da percorrere, la soluzione non sta certo nelle politiche punitive per i poveri, ma in una seria lotta alla povertà.
Da Repubblica Firenze del 27 ottobre 2023