È stato costretto cinque anni nel carcere londinese di Belmarsh ad una detenzione umiliante e degradante che ha rasentato la tortura. Dal 2012 al 2019, prima di essere arrestato, è stato in “fuga” dalle “democrazie liberali” per aver denunciato, da grande giornalista, i crimini di guerra e le torture compiute dagli Stati Uniti d’America in Medio Oriente (e non solo).
Dallo scorso 26 giugno Julian Assange è libero grazie alle enormi pressioni della società civile internazionale che ha manifestato incessantemente per la sua libertà mettendo sotto accusa i sistemi giudiziari, e le disumane ipocrisie, di Stati Uniti e Gran Bretagna.
Anche Fuori Binario nel suo piccolo ha contribuito alla sollevazione: a lui abbiamo dedicato una copertina, alcuni eventi e il corso di mediattivismo e giornalismo dal basso. Tutta la nostra redazione ha festeggiato per la libertà ritrovata da Julian, fondatore di Wikileaks.
L’augurio che gli facciamo è che possa ritrovare la salute e la serenità perduta grazie ai suoi figli Daniel, Gabriel e Max, alla moglie Stella e alle milioni di persone che lo stimano per aver difeso i principi delle democrazie liberali, ormai in decomposizione, in cui ha agito da termometro denunciandone le ipocrisie. Ha raccontato le bugie di stato e per questo è stato punito. Ha messo il suo corpo a disposizione di ideali alti per cui è stato abbandonato dal giornalismo mainstream che dopo aver inizialmente “succhiato” i suoi leaks è tornato al corto guinzaglio dei padroni, abbandonandolo al proprio destino. Coraggio Julian, l’impegno continua, ti aspettiamo più forte di prima.